Fausto Amalberti
I 110 anni della chiesa della Madonna del Carmine di Soldano (1995)

Copertina libro

Scaricalo in formato pdf con testo e foto - 7,83 MB

Il libretto fatto stampare da don Rossi, in occasione della costruzione della chiesa, si trova qui

Il libretto di Mauro Maccario, I Balui a Včntu de mei paire Pierin U Ferŕ du Soudansi trova qui

Le foto del Santuario della Madonna del Carmine sono qui

La realizzazione del presente lavoro è stata possibile anche grazie a don Antonio Allaria Olivieri, archivista della Curia Vescovile di Ventimiglia, Felice Amalberti ed il cassiere Ettore Anghinoni che hanno messo a disposizione il registro della chiesa, Remigio Amalberti, dal cui archivio fotografico provengono la maggior parte delle illustrazioni, ed inoltre: Adriana Amalberti, Anna Amalberti, Delfina Amalberti, Elsa Amalberti, Luigi Amalberti, Mario Amalberti, Nanda Amalberti, Giuseppe Anfosso, Mariolino Barbero, Massimo Bartoletti, Pietro Biancheri, Valter Grimaldi, Giusi Ingenito, Irma Maccario, Luigina Maccario, Giuliano Magoni Rossi, Gianni Ottonello, Anna Maria Salone, Pierina Smeraldo, Giuseppe Viale, Isia Viale e Natalina Viale che desideriamo ringraziare vivamente per la collaborazione.
 
La ricorrenza della Madonna del Carmine riporta alla mente i ricordi della mia infanzia quando, secondo una consuetudine dell'epoca, nel periodo estivo alcune famiglie di Soldano risiedevano nelle campagne per meglio seguire i lavori agricoli. La mia famiglia si trasferiva nella casa di Beragna e la festa era un'occasione per incontrare i coetanei con cui trascorrere un'allegra giornata. Era così bello ritrovarsi in quel giorno, atteso con ansia anche per ricevere in regalo uno di quei palloncini che si acquistavano da Salvatore. Un palloncino di stoffa multicolore, ripieno di segatura e legato ad un elastico, con cui tutti i ragazzi di qualche tempo fa hanno giocato, che, tornato in Beragna, mi avrebbe fatto compagnia per tutta l'estate.
Col trascorrere degli anni è cresciuto in me l'interesse per la storia locale, e, avuta la nomina a priore della festa, ho ritenuto opportuno far scrivere questo libro sia in ricordo di mio padre, che, come tutti i Soldanelli, era molto legato a questa ricorrenza e portava sempre con se uno scapolare, sia perché gradivo rimanesse uno scritto che ricordasse storia e tradizione della Madonna del Carmine.
Giunti alla conclusione del lavoro ringrazio vivamente Fausto Amalberti, il quale, grazie ad una attenta e paziente ricerca, ha saputo ricostruire in queste pagine la storia della chiesa dalle origini ai giorni nostri ed illustrare tutti gli aspetti della festa.
 
Giuseppe Anfosso

 
Nei pressi dell'abitato di Soldano, su un piccolo poggio in località Urià(1), sorge, come già ricordava il parroco del luogo don Gio. Pietro Rossi, una cappella campestre dedicata alla Madonna del Monte Carmelo(2), più comunemente designata con il nome di Madonna del Carmine(3). L'opera, iniziata nel 1883, come si desume dal calendario liturgico del 1885(4) che a tal proposito riporta:
In Soldani agri parte, quae Uria nuncupatur, mille passus circiter distans a pago templum duobus ab annis Virgini Opiferae sacrum incolarum labore et sumptibus extrui coepit in grati atque devoti in Virginem animi sui monumentum, eo quod agro illi per ann. 25 sterilitate omnimodo laborandi, ope piissimae Matris exorata, foecunditas pristina restituta referatur. Ejusdem festum in ultimo dominico die sextilis celebratur.
proseguiva fino al 1885 con il lavoro ed a spese della popolazione di Soldano che aveva aderito entusiasticamente al progetto di don Gio. Pietro Rossi(5). Alla costruzione e decorazione della chiesa lo stesso don Rossi aveva contribuito in modo sostanziale e, terminata l'opera, decideva di dare alle stampe un breve scritto, in cui si legge, riferendosi al proprio operato: Vicin di Soldano sopra di un delizioso poggetto sorge questo nuovo, grazioso e divoto Santuario. L'architettura, gli ornati e le figure sia in rilievo, sia in pittura devonsi all'Autore del presente, a riprova della capacità e sensibilità artistica del sacerdote(6).
Ma il fine precipuo dello scritto era di portare a conoscenza della popolazione i motivi per cui la chiesa era stata elevata a gloria della Vergine, nonché le motivazioni storiche del culto della Madonna del Carmine.
Le origini sono remote e partono dalla catena montuosa Karmel (in latino Carmelus) in Palestina, che racchiude la baia di S. Giovanni d'Acri e che, fin dal IX secolo a.C., aveva ospitato comunità religiose locali. Lì viveva il profeta Elia. Al tempo delle Crociate, vi si sviluppava un centro di vita eremitica. Sempre lì si insediava il primo nucleo di religiosi dell'Ordine carmelitano o della Vergine Maria del Monte Carmelo. A S. Simone Stock, generale dei Carmelitani, ordine particolarmente devoto alla Madonna, appariva nel 1251 la Vergine e gli consegnava lo scapolare(7), la cui autenticità è stata riconosciuta dalla Chiesa e di cui don Rossi scrive: Le grazie spirituali e temporali che si ottennero mediante il sacro Abito della Madonna del Carmine sono veramente senza fine.
Il monte Carmelo, come attesta S. Gerolamo, era oleis consitum, cioè vi prosperavano gli olivi, pianta sempre considerata positivamente dai popoli dell'area mediterranea e dalle loro religioni. Va da sé che la Madonna del Carmine sia considerata la protettrice di questa pianta e che a Lei si faccia ricorso in momenti di particolare crisi della coltura dell'olivo, come durante gravi infestazioni della mosca olearia. Insetto quanto mai dannoso poiché depone le uova nelle olive, all'interno delle quali si sviluppano le larve che si nutrono della polpa del frutto, guastandolo irreparabilmente, quindi si trasferiscono nel terreno per la fase di pupa ed infine originano nuovi insetti pronti a deporre altre uova continuando la terribile catena.
Infatti la chiesetta di cui si tratta è stata eretta proprio al fine di ottenere la protezione della Madonna del Carmine sugli oliveti che la circondano, infestati dalla mosca olearia nella seconda metà dell'Ottocento. Scrive in proposito don Rossi: Sulla facciata del Santuario venne posta una marmorea iscrizione dettata dal P. Agostino Martini di Taggia. Eccola
:
 
I SOLDANESI
FIDUCIOSI CHE ESTIRPERÀ L'INSETTO RODITORE
CHE DA 30 E PIÙ ANNI ISTERILISCE GLI OLIVETTI
DI QUESTA REGIONE, INNALZARONO E DEDICARONO
QUESTA CHIESA A MARIA SS. DEL CARMINE
L'ANNO 1885
 
Non è un caso che si faccia ricorso alla fede ed alla chiesa per proteggere e salvaguardare gli olivi dal flagello dei parassiti, alcuni esempi di questa prassi nella Riviera ligure di Ponente risalgono al Settecento(8).
Riportano i documenti d'archivio che l'annata 1735-1736 era stata veramente disastrosa per il raccolto poiché era stata flagellata da' vermini e dalla siccità(9).
Ed ecco che a Porto Maurizio, nell'ottobre 1757, per limitare i deleteri effetti delle gelate ed ancor più della mosca olearia sul raccolto delle olive, si organizzava, a richiesta degli olivicoltori, sul sagrato della chiesa, una solenne manifestazione di anatema, durante la quale il parroco dava pubblica lettura di un breve papale per la maledizione delli vermini.
Tale cerimonia si ripeteva con analoga solennità ed analoga maledizione delli vermini anche nel settembre 1760 sempre al fine di salvaguardare la produzione, base dell'industria olearia portorina.
I parassiti infestano anche la zona di Ventimiglia; il flagello colpisce quasi tutti i paesi rivieraschi, risparmiando solo le zone di alta montagna. I contadini, spaventati dal continuo deterioramento dei frutti e degli alberi, ricorrono alla preghiera.
Il vescovo Giuseppe Maria Giustiniani nel 1752, da Bordighera ove risiedeva, invia ai parroci un editto col quale imponeva la celebrazione di funzioni di penitenza. Esortava i fedeli al digiuno nei giorni di mercoledì 26, venerdì 28 e sabato 29 gennaio, ad accostarsi ai sacramenti della confessione e della comunione, mentre domenica 30 tutti i parroci erano tenuti ad effettuare processione pubblica di penitenza, cantando le litanie dei santi, benedicendo le campagne e recitando l'orazione da lui appositamente composta dal titolo Contro l'infestazione dei vermini e degli insetti(10).
Nel 1847 anche il vescovo Giovanni Battista De Albertis rinnovava l'invito alla preghiera per la protezione divina, esortava ad indire processioni e recitare preghiere particolari quali invocazioni contro i vermi, i bruchi e le beghe(11).
La festa del Carmine, istituita già prima del 1386, e celebrata il 16 luglio, dal 1726 è stata estesa a tutta la chiesa dal papa Benedetto XIII(12).
A Soldano la festa si celebra il 16 luglio, quando tale giorno cade di domenica, altrimenti si posticipa alla prima domenica seguente.
I festeggiamenti sono organizzati da priore, sottopriore, prioressa, sottoprioressa, massaro e sottomassaro di concerto con il cassiere.
Non esiste uno statuto o regolamento che indichi esattamente i compiti spettanti a ciascun membro dell'organizzazione, non esiste neppure una netta suddivisione dei ruoli, ma tutti collaborano per la buona riuscita della festa, così, nel corso degli anni, spesso le incombenze sono mutate.
La figura più importante è senz'altro quella del cassiere in quanto, a differenza di priori, prioresse e massari che cambiano ogni anno, resta in carica molti anni e quindi, secondo la disponibilità di cassa, può proporre e gestire progetti a lungo termine e lavori di importanza rilevante.
Il priore è la persona su cui ricade il maggior onere finanziario dell'organizzazione della festa. Infatti provvede, pagando di proprio, all'ingaggio della banda musicale ed al rinfresco per la medesima, al pranzo per i sacerdoti e, da quando è stata portata la corrente elettrica presso la chiesa, all'illuminazione della stessa nella settimana della festa. Per molti anni ha sostenuto anche la spesa relativa a mongolfiere o palloncini colorati o colombe che, al termine della processione, salivano al cielo in segno di letizia.
I priori si prodigano per una buona riuscita della festa cercando di migliorarla di anno in anno. A tal fine organizzano anche manifestazioni collaterali, in particolare da qualche anno invitano gruppi corali che allietano la festa con i loro canti, accollandosi la spesa relativa, in tali occasioni l'organizzazione ha ritenuto di dover alleviare parte del carico gravante sul priore provvedendo alle spese per la banda musicale.
La prioressa provvede alla pulizia ed all'addobbo della chiesa e della cassa processionale nonché all'acquisto dei fiori necessari(13).
Il massaro provvede alla pulizia del percorso della processione (taglio dell'erba ecc.), collabora alla pulizia della chiesa, si occupa dello spostamento della statua e del suo posizionamento sulla cassa e relativa ricollocazione dopo la festa.
Il giorno della festa, al termine delle celebrazioni, il priore, la prioressa ed il massaro, finito il loro mandato, escono dalla carica, il sottopriore, dopo un anno di "apprendistato", è nominato priore e nomina a sua volta un sottopriore per l'anno successivo. La stessa procedura è seguita anche per l'elezione delle prioresse e dei massari.
Dopo la processione il parroco annuncia pubblicamente le nuove cariche e procede alla benedizione degli scapolari e delle auto. Il lunedì successivo alla festa si celebra una messa di ringraziamento in memoria dei benefattori del santuario. La chiesa del Carmine, pur dipendendo dalla fabbriceria della chiesa parrocchiale di Soldano fino al 1950, anno in cui la fabbriceria fu sciolta, ha sempre avuto una cassa propria(14) nella quale confluiscono le elargizioni dei fedeli e le offerte per gli scapolari (abiti) ed altri oggetti ricordo del Santuario quali anelli, medagliette ecc.
Il cassiere conserva anche diversi oggetti preziosi: anelli, collane, orecchini d'oro che i fedeli, nel corso degli anni, hanno offerto alla Madonna in segno di devozione e con i quali si adorna la statua il giorno della festa.
Fin dai primi anni, dopo l'erezione della chiesa, il denaro della cassa è stato impiegato per lavori di ampliamento, ristrutturazione ed abbellimento sia dell'interno sia dell'esterno dell'edificio.
Nel 1907 Pietro Rossi fu Giuseppe (Giùin) era nominato cassiere(15) e restava in carica fino al 1942. Purtroppo non si sa molto del periodo della sua gestione, in quanto non esisteva, o non si è conservato, un registro di cassa. Sappiamo però che negli anni tra il 1908 ed il 1910 sono stati costruiti una sacrestia, sul lato sinistro della chiesa, ed un porticato davanti alla porta d'ingresso.
Negli anni dal 1943 al 1951 la carica di cassiere è ricoperta da Gerolamo Monteverde, che istituisce un registro di cassa nel quale sono minuziosamente annotate entrate ed uscite, che è ancora in vigore.
Nel 1944 Soldano è occupata dalle truppe naziste che depredano gli abitanti delle poche cose che possiedono. Fra gli episodi che si narrano del saccheggio, si sa che i soldati si recano anche a casa del Monteverde che, come consuetudine, conservava presso di sé soldi ed ori del santuario, rubandogli la cassetta del denaro. In un secondo momento tornano ancora alla ricerca degli ori. Frattanto però il piccolo tesoro era stato nascosto fuori casa, sotto un mucchio di cenere, riuscendo così ad essere salvato(16).
Dal registro di cassa possiamo ricostruire la cronologia dei priori dal 1943 ad oggi(17), la successione dei lavori che hanno portato la chiesa allo stato attuale oltre ad una serie di curiosità.
 
• 1948 - S.E. monsignor Agostino Rousset, vescovo di Ventimiglia, visita il santuario(18) ed impartisce la cresima ai bambini.
La statua della Madonna costruita nel 1885 dalla ditta Prinotti di Mondovì rischia di staccarsi dal piedistallo e, senza un adeguato restauro, non può più essere portata in processione. Per tali lavori, eseguiti dalla ditta costruttrice, si spendono £. 6.110.
• 1952 - Felice Amalberti è nominato cassiere e resta in carica fino al 1986, ma tuttora continua a collaborare all'organizzazione della festa.
Nonostante i restauri, eseguiti quattro anni prima, la statua della Madonna non può più essere trasportata, pertanto la si colloca in una nicchia posta dietro l'altare della chiesa e si provvede a farne costruire una nuova.
La statua, eseguita dalla ditta di sculture in legno "Arte Sacra Santifaller" di Ortisei, è consegnata alla fine di giugno del 1952. Dalla fattura del 25 giugno 1952 risulta che per la statua scolpita in legno, alta m. 1,70 compreso zoccolo, della Madonna del Carmine con bambino in braccio, decorazione ricchissima, occhi di cristallo si sono spese £. 116.390 compreso I.G.E. ed imballo oltre a £. 2.245 per il trasporto in treno fino alla stazione di Vallecrosia.
• 1953 - A partire da quest'anno, onde evitare il pericolo di furti, gli ori del santuario si conservano in una cassetta di sicurezza presso una banca, da dove si ritirano solo in occasione della festa.
Si piantano gli alberi che ancora oggi si vedono nel piazzale antistante la chiesa(19).
• 1962 - Questo è l'anno in cui si esegue il lavoro più importante che cambia radicalmente l'aspetto della chiesa. Con il denaro, pazientemente accumulato nel corso degli anni, cui si aggiunge il ricavato da una sottoscrizione fra gli abitanti di Soldano, alla quale partecipano entusiasticamente anche i Soldanelli residenti fuori dal paese, si innalza un campanile accanto alla chiesa. L'opera è progettata da Bernardo Cassini (Primo), che dirige i lavori e partecipa personalmente alla costruzione. La spesa complessiva, anche grazie all'intervento di molte persone del paese, che prestano la loro opera gratuitamente, è di £. 776.535.
Sul campanile sono poste tre campane costruite dalla famosa ditta Trebino di Uscio: una del peso di 72 Kg. (SOL bemolle), acquistata con il fondo cassa della chiesa, una del peso di 50 Kg. (LA bemolle), offerta da Onorio Conte, ed una del peso di 35 Kg. (SI bemolle), offerta da Felice Amalberti.
All'epoca non c'è ancora una strada per andare al santuario e le campane (come si può vedere anche dalle illustrazioni) sono portate a spalla dagli abitanti di Soldano che si disputano l'onore di portarle per un tratto del percorso.
• 1963 - Si porta la corrente elettrica fino alla chiesa.
• 1964 - A soli due anni dalla costruzione del campanile, si decide di realizzare un'altra grande opera che, pur non toccando direttamente la chiesa, è destinata a cambiare le abitudini dei Soldanelli. Nel marzo del 1964 iniziano infatti i lavori per costruire una strada che permetta di raggiungere la chiesa in automobile. Anche in questo caso vi è la partecipazione di tutto il paese ed ognuno cerca di contribuire secondo le proprie possibilità. I proprietari terrieri fanno dono dei terreni sui quali dovrà transitare la strada, alcune persone lavorano gratuitamente per molti giorni, altri ancora fanno un'offerta in denaro. Oltre alla strada si deve anche "rinforzare" il ponte che attraversa il torrente Verbone che, così com'è, non è in grado di sopportare il peso delle vetture. Alla fine si registra una spesa di £. 1.726.460.
• 1968 - La facciata della chiesa, che risente del peso degli anni e dell'azione degli agenti atmosferici, ha bisogno si essere restaurata ed è completamente rifatta(20) con una spesa di £. 534.000.
• 1970 - S.E. monsignor Angelo Raimondo Verardo, vescovo di Ventimiglia, visita il santuario ed impartisce la cresima ai bambini.
• 1975 - Si provvede al rifacimento dell'altare e del pavimento circostante fino alla balaustra.
• 1978 - Si rifanno la balaustra ed il pavimento della chiesa.
• 1981 - Si effettuano alcuni lavori nell'intercapedine e si intonaca l'esterno della chiesa nella parte posteriore.
• 1983 - La chiesa è oggetto di un furto sacrilego. I ladri, forse credendo di trovare oggetti preziosi, vi si introducono dal tetto dopo aver tolto alcune tegole. Asportano solo un ostensorio, di cui si disfano nelle campagne circostanti l'abitato di Perinaldo, dove poi è casualmente rinvenuto dai proprietari del terreno mentre falciano l'erba.
A seguito del furto, alcune tegole rimangono mal posizionate. Purtroppo la cosa passa inosservata e le prime piogge provocano infiltrazioni d'acqua che bagnano la statua della Madonna del Carmine e la cassa processionale che si dovranno far restaurare.
• 1984 - È l'anno della preparazione del centenario della costruzione della chiesa. In vista dell'importante scadenza la statua e la cassa processionale sono restaurate dalla ditta "Santifaller" di Ortisei che le aveva costruite. La spesa è di £. 2.100.000 per la statua e £. 1.500.000 per la portantina. Lo stesso anno si fanno fare alcune panchine in pietra che sono posizionate sul piazzale antistante la chiesa e per le quali si spendono £. 2.000.000.
• 1985 - In occasione del primo centenario si organizzano grandi festeggiamenti. Sabato 20 luglio 1985, sera della vigilia, nella piazza principale del paese si tiene un concerto dell'orchestra sinfonica del Casinò di San Remo. Il ricavato è devoluto alla Lega Nazionale contro i Tumori.
Alla festa del giorno seguente interviene S.E. monsignor Angelo Raimondo Verardo, vescovo di Ventimiglia, che incorona le statue della Madonna e del Bambino con due corone d'oro e durante la funzione religiosa impartisce la cresima ai bambini.
Le corone sono costruite dalla ditta Evangelisti di Genova, quella per la Madonna è acquistata attingendo al fondo cassa della chiesa (£. 5.500.000) mentre quella per il Bambino è donata dai coniugi Felice Amalberti ed Elvira Guglielmi che "coronano" così un lungo periodo di attività svolta a favore del santuario.
• 1986 - Si eseguono lavori di restauro al tetto della chiesa per i quali si spendono £. 2.050.000 oltre a £. 832.000 per l'acquisto di 40 nuove sedie che sostituiscono quelle in uso fino ad allora, donate alla chiesa di S. Mauro appena restaurata.
Si fa eseguire dalla ditta Trebino di Uscio l'impianto di elettrificazione delle campane, che, da allora, rimane sempre in funzione e quotidianamente suona mezzogiorno a festa. Lo stesso anno la famiglia dello scomparso Ettore Amalberti (composta dalla vedova Esterina e dai figli Pietro, Franco ed Anna), per esaudire un desiderio del defunto ed in sua memoria, dona al santuario la quarta campana (Kg. 37, SI).
• 1987 - Ettore Anghinoni è eletto cassiere, subentra a Felice Amalberti al quale, in riconoscimento del prezioso servizio svolto(21), si consegna una targa d'argento che reca la seguente iscrizione:

Al cav. Felice Amalberti
esempio di fede, onestà e operosità instancabile
come segno tangibile di stima, riconoscenza e
stimolo a continuare a lungo nel generoso
e disinteressato servizio
Luglio '87

• 1988 - Si sostituiscono i vetri della lunetta che sovrasta la porta d'ingresso della chiesa con un'artistica vetrata, eseguita dalla ditta Mellini di Firenze, in cui, ai due lati, sono visibili scorci di Soldano, al centro la Madonna del Carmine che protegge il paese ed in basso le fiamme del purgatorio.
• 1991 - S.E. monsignor Giacomo Barabino, vescovo di Ventimiglia, visita il santuario.
• 1993 - Nei nove giorni precedenti la festa si celebra, ogni sera, una messa di novena e, per agevolare la partecipazione della popolazione, tali celebrazioni avvengono nella chiesa parrocchiale.
Fino a questo momento, durante il periodo di novena, si esponeva nella parrocchiale un quadro raffigurante la Madonna del Carmine. Quest'anno si provvede a far costruire, dalla ditta Santifaller di Ortisei, una statua in legno della Madonna del Carmine, esatta riproduzione di quella conservata nella chiesa campestre, ma alta solo 1 metro, per sostituire il quadro, ormai vecchio e logoro. L'opera ha un costo di £. 5.000.000.
• 1994 - La strada che per tanti anni ha favorito un massiccio afflusso di fedeli al santuario con il passare degli anni comincia a procurare qualche difficoltà. Il numero delle autovetture aumenta ogni anno e diventa difficile trovare lo spazio dove parcheggiarle. Per risolvere, almeno in parte, questo problema si acquista per la somma di £. 8.000.000 un terreno vicino alla chiesa che sarà adibito a posteggio.
 
Concludiamo questa cronologia con alcune considerazioni.
Gli abitanti di Soldano centodieci anni fa, spinti dalla devozione per la Madonna del Carmine, dalla quale invocavano la protezione per gli oliveti, che rappresentavano una delle principali fonti per il loro sostentamento, hanno aderito entusiasticamente al progetto di don Gio. Pietro Rossi e con il suo aiuto hanno innalzato questa chiesetta.
Da allora hanno sempre cercato di migliorare questa chiesa, presso la quale si ritrovano ogni anno, sia partecipando ai lavori che abbiamo elencato, sia con generose donazioni di beni o denaro o semplicemente collaborando alla confezione degli "abiti"(22), alla pulizia della chiesa ecc.
Il giorno della festa è sempre stato un giorno da trascorrere tutti insieme in allegria. Le persone partivano a piedi dal paese di prima mattina e, dopo una passeggiata di qualche chilometro, giungevano al santuario. Dopo la messa delle undici molti si fermavano a mangiare all'ombra degli olivi in attesa del momento più solenne con la celebrazione del vespro pomeridiano cui seguiva la processione. La festa era anche l'occasione per i più giovani di divertirsi all'aperto. I bambini più piccoli si rincorrevano o giocavano a nascondino fra gli olivi, i più grandicelli si arrampicavano fra i rami e bastava una corda per costruire un'improvvisata altalena, mentre i ragazzi e le ragazze sfoggiavano i loro abiti migliori.
La festa era anche l'occasione per i bambini per chiedere ai genitori un giocattolo o un gelato da acquistare dal venditore ambulante che arrivava tutti gli anni il giorno della Madonna del Carmine. Dopo la processione i ragazzi assistevano rapiti alla magia delle mongolfiere, confezionate con carta e fil di ferro da Pietro Maccario (Pierin). Mentre la banda suonava allegri motivi, le mongolfiere salivano in cielo in segno di festa ed i bambini le rincorrevano sperando di recuperarle quando tornavano a terra dopo aver terminato il combustibile che le faceva volare.
La sera gli organizzatori della festa ed i loro familiari si recavano a casa di priori, prioresse e massari per la tradizionale sciarata a base di dolci e buon vino di Soldano ed il giorno successivo pranzavano all'aperto sotto il pergolato della casa di Felice Amalberti posta dirimpetto al santuario.
La vita sempre più frenetica di questi ultimi anni ha tolto un po' del suo fascino alla festa. Buona parte degli olivi, a protezione dei quali era stata costruita la chiesa, sono stati sostituiti da colture floricole, più redditizie. La strada, che pur ha favorito un più agevole afflusso al santuario, specialmente per le persone anziane che non potrebbero raggiungerlo a piedi, ha favorito anche il ritorno a casa per il pranzo rischiando di far scomparire l'uso di effettuare un picnic con gli amici. Non si parte più da casa al mattino per trascorrere l'intera giornata fuori casa, allegramente, in compagnia, sempre più spesso ci si reca al santuario solo per l'ora della funzione religiosa pomeridiana, andando via subito dopo. Inoltre il numero sempre crescente di automobili sta creando qualche disagio, la chiesa è attorniata dalle auto ed anche la processione è costretta a procedere tra le macchine in sosta.
Nonostante ciò si stanno affermando alcune consuetudini che dimostrano quanto i Soldanelli siano legati a questa chiesetta; negli ultimi decenni infatti è usata sempre più spesso quale cornice ideale per la celebrazione di matrimoni e battesimi e da qualche anno vi si celebra una messa nel giorno di Pasquetta.
La nostra speranza è che la realizzazione del nuovo parcheggio possa risolvere i problemi legati alla viabilità, ma soprattutto ci auguriamo che, sfogliando queste pagine e rivedendo nelle riproduzioni fotografiche la bellezza della festa dei tempi passati, quando la gente era povera, ma trascorreva in serenità e tranquillità i giorni di festa, la gente di Soldano senta rinascere i sentimenti che animavano la ricorrenza e lasci, anche solo per un giorno, la vita frenetica ed affannosa cui ci ha portato l'epoca attuale.
 
(1) La regione Urià, letteralmente località ove crescono olivastri, è conosciuta con questo nome da più di cinque secoli, infatti, già negli atti del notaio Giovanni Ballauco, degli anni 1488-1516, vi sono contratti di compravendita di terreni siti in oriastro, il più antico dei quali risale al 1488.
Inoltre, nel catasto di Ventimiglia del 1545, su 52 persone di Soldano censite, ben 21 possiedono almeno un terreno in località oriastro (Sezione di Archivio di Stato di Ventimiglia, notaio G. Ballauco, regg. 47-61 e Catasto del 1545).
 
(2) Da Relazioni quinquennali delle parrocchie della diocesi 1893 alla voce chiese campestri: ... un'altra è dedicata a Nostra Signora del Carmine edificata a spese e con il denaro della popolazione nell'anno 1885. È bella, grande e parimente ben tenuta. Sull'altare sorge una bella e divota statua rappresentante la Madonna del Carmine (Archivio della Curia di Ventimiglia (da ora ACVV), class. 366).
 
(3) Cfr. G.P. ROSSI, Nostra Signora del Monte Carmelo, San Remo 1887.
 
(4) ACVV, Ordo ad divina officia rite peragenda missasque celebrandas ... pro sancta albintimiliensi ecclesia ..., Genuae 1885, p. 101.
 
(5) Partecipare ai lavori era un onore per la popolazione e costituiva anche l'occasione per i giovani per sfidarsi in prove di forza. Qualcuno ricorda ancora le discussioni che sorgevano ogni anno tra Giuseppe Guglielmi fu Mauro (U Maulu) e Pietro Anfosso (Marchè) in quanto entrambi si vantavano di aver portato a spalle, dal greto del torrente al santuario, la grossa pietra che costituisce il gradino della porta d'ingresso della chiesa.
 
(6) Don Gio. Pietro Rossi nasce a Montalto Ligure l'anno 1847. Il 14 ottobre 1871 gli è affidato l'incarico di celebrare le funzioni nella parrocchia di Soldano, quindi l'8 gennaio 1874 riceve l'investitura e prende possesso della parrocchia, ove rimane fino al 1903, quando ritorna al paese d'origine. Lì muore nel 1921 (ACVV, Beneficiorum). Durante la sua permanenza a Soldano, spinto da grande passione per la pittura, oltre a promuovere la costruzione della chiesa della Madonna del Carmine ed a dipingerla (gli affreschi esterni, ancora visibili negli anni '60, sono stati cancellati col rifacimento della facciata nel 1968, mentre quelli interni permangono tuttora), lavora anche alla decorazione della nuova chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Il vescovo Tommaso Reggio, nella relazione della visita pastorale del 1877 , scrive in proposito: È di bel disegno, decorata per cura dell'attuale parroco don Rossi che lì lavorò desso stesso, in stucco e pittura, specialmente nella facciata che è tutta opera sua (ACVV, Liber Visitae pastoralis 1877-1879, p. 104). Dipinge pure alcune edicole ed immagini di soggetto religioso sulle case del paese, oltre ad affrescare diverse case di abitazione e l'interno delle altre chiese, ove, in qualche caso, "rinfresca" anche le pitture preesistenti.
 
(7) Lo scapolare è costituito da una immagine sacra, da portarsi al collo, con due fettucce. Tali immagini benedette danno a chi le indossa straordinarie grazie spirituali. Lo scapolare della Madonna del Carmine, indossato sotto l'abito, dà una particolare protezione da parte della Vergine. S. Simone Stock istituì anche una Confraternita dello Scapolare che riunisse tutti coloro che intendevano onorare la Madonna in modo speciale; cfr. G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica ..., v. LXII, Venezia 1853.
 
(8) Cfr. G. DE MORO, Porto Maurizio fra aristocrazia e rivoluzione (1700-1801). I: Porto Maurizio nel Settecento, Imperia 1978.
 
(9) Cfr. G. DE MORO, Porto Maurizio ..., cit.
 
(10) ACVV, Decreta ecclesiae Vintimiliensis, 6 D 9.
 
(11) ACVV, Res gesta eecclesiae Vintimiliensis.
 
(12) Sembra infatti che i Carmelitani ne celebrassero l'uffizio già nel 1226, uso loro confermato da papa Sisto V nel 1587, esteso ai domini portoghesi da Innocenzo XI nel 1679 ed infine da Benedetto XIII, nel 1725, allo Stato Pontificio e l'anno successivo a tutta la chiesa, cfr. G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica ..., cit., v. X, Venezia 1841.
 
(13) Da Relazioni quinquennali delle parrocchie alla diocesi 1893 alla voce chiese campestri: ...Tutte le chiese e gli oratori hanno massari e prioresse che si occupano della pulizia e li spazzano almeno ogni sabato ... (ACVV, class. 366).
 
(14) Questa consuetudine è stata talvolta contestata dai parroci che avrebbero voluto disporre dei fondi della cassa, anche per le necessità della parrocchia.
 
(15) È il primo cassiere; per gli anni dal 1885 al 1903 è probabile che la chiesa sia stata amministrata da don Gio. Pietro Rossi.
 
(16) Non possiamo qui far a meno di ricordare un episodio analogo conclusosi tragicamente. Il 9 luglio 1944 Luigi Guglielmi di Dante, che quell'anno era priore di S. Luigi, dopo essersi nascosto nelle campagne circostanti il paese, è ucciso dai tedeschi mentre torna a casa per cercare di mettere in salvo i soldi che conservava per l'organizzazione dei festeggiamenti. Cfr. C. RUBAUDO, La resistenza nella provincia di Imperia da giugno ad agosto 1944, Storia della resistenza imperiese (I Zona Liguria), voI. II, Imperia 1992.
 
(17) Per le prioresse i dati sono disponibili con certezza solo dal 1973 e per i massari dal 1979 in quanto ricavati dalle firme in calce ai rendiconti annuali che fino al 1972 erano vidimati solo dal cassiere e dal priore.
 
(18) È la prima volta che un vescovo si reca in visita alla chiesa. Fra le spese sostenute in tale occasione vi è anche quella relativa al noleggio di un'autovettura usata per trasportarlo da Ventimiglia a Soldano.
 
(19) Questa è una delle curiosità che abbiamo notato sfogliando il registro dei conti sul quale, fra le altre spese, è annotata anche una piccola uscita, che si ripete per qualche anno, relativa al fertilizzante per gli alberi. Il cassiere ha confermato che il concime era stato acquistato per far crescere le piante nei primi anni di vita.
 
(20) Col rifacimento si perdono definitivamente gli affreschi che si trovavano in facciata, eseguiti all'epoca della costruzione della chiesa da don Gio. Pietro Rossi, giudicati dalla competente Soprintendenza di nessun pregio artistico e quindi non meritevoli di essere conservati.
 
(21) Un più alto riconoscimento è venuto da papa Giovanni Paolo II a Felice Amalberti con il conferimento, in data 14 giugno 1988, della Croce Pontificia, attribuitagli per le attività che porta avanti con abnegazione da decenni in favore delle istituzioni religiose (ricordiamo fra l'altro che lavori di manutenzione, restauro ed abbellimento delle chiese del paese sono stati realizzati grazie al suo interessamento e con il ricavato delle sottoscrizioni da lui promosse).
 
(22) Ricordiamo in particolare la sarta Luigina Maccario che da circa 50 anni presta la sua opera gratuitamente per la confezione degli scapolari.
 
La chiesa della Madonna del Carmine di Soldano è un piccolo edificio ad aula con facciata a doppio spiovente preceduta da un portico architravato.
Nella parte superiore della facciata sono ancora visibili gli affreschi e gli stucchi con i quali era stata decorata da Gio. Pietro Rossi nel 1885. Sul lato posteriore destro della chiesa vi è un piccolo campanile a vela con la campana che serviva per richiamare i fedeli prima della costruzione del campanile attuale, posto sul lato sinistro unitamente ad una sacrestia.
La chiesa prende luce da una lunetta sopra la porta d'ingresso e due piccole finestre poste ai lati della medesima.
La parte anteriore dell'edificio è costituita da un'aula rettangolare, che misura 4,5 metri in larghezza e 6,8 in lunghezza, coperta da una volta a vela affrescata con una raffigurazione della Madonna del Carmine che porge gli scapolari a S. Simone Stock e S. Teresa al disotto dei quali si vedono le anime del Purgatorio(1). Nella parte posteriore vi è il presbiterio, rettangolare con terminazione curvilinea, che misura 4 metri in larghezza e 3,5 metri in lunghezza, coperto da una volta a botte lunettata in cui è raffigurata l'Annunciazione.
Le volte impostano su un semplice cornicione aggettante. Sopra la porta d'ingresso vi è una piccola cantoria. L'altare è in stile barocco e ricalca gli altari laterali della parrocchiale di Soldano, sulle pareti ai lati dell'altare vi sono due nicchie, in quella di destra vi è la statua di Giuditta(2) ed in quella di sinistra (sopra la porta d'accesso alla sacrestia) la statua di Ester(3).
All'interno della chiesa e della sacrestia si conservano numerosi ex-voto offerti alla Madonna dai fedeli riconoscenti per le grazie ricevute.
 
(1) Sotto la figura di S. Teresa è visibile la firma di Gio. Pietro Rossi autore degli affreschi.
 
(2) Giuditta, cui è intitolato un libro dell'Antico Testamento, è l'eroina biblica che tagliando la testa ad Oloferne, capo dell'esercito che assediava la città di Betulia, dava inizio alla rivolta con la quale i Giudei riuscivano a liberarsi dagli invasori.
 
(3) Ester, protagonista del libro omonimo dell'Antico Testamento, con il proprio intervento aveva salvato i Giudei dallo sterminio.
 

  Priori Prioresse Massari
1943/44 Maccario Giacomo    
1945 Maccario Angelo    
1946 Soldano Benedetto    
1947 Amalberti Emanuele    
1948 Amalberti Felice    
1949 Ferrari Lorenzo    
1950 Amalberti Carmelo    
1951 Anfosso Gentile Anfosso Vilna  
1952 Viale Giuseppe Maccario Luigina  
1953 Amalberti Giuseppe Amalberti Olga  
1954 Orrigo Giovanni Amalberti Amantina  
1955 Guglielmi Aurelio Amalberti Giuseppina  
1956 Amalberti Carmelino Amalberti Elia  
1957 Amalberti Pietro Smeraldo Pierina  
1958 Amalberti Ennio Viale Emilia Valfiorito Italo
1959 Anfosso Giuseppe Rossi Dina Viale Francesco
1960 Biancheri Pietro Guglielmi Clementina Amalberti Antonio
1961 Amalberti Tarquinio Cassini Elsa  
1962 Conte Francesco Pirotelli Margherita Cassini Egidio
1963 Amalberti Giuseppe Ferrari Rosa Viale Amelio
1964 Cassini Bernardo Maccario Ginetta Anfosso Natale
1965 Viale Giuseppe Viale Amabile Barbero Pietro
1966 Soldano Pietro Maccario Adelina  
1967 Amalberti Giuseppe Guglielmi Beatrice Garriga Emilio
1968 Amalberti Liano Maccario Dina  
1969 Rossi Guido Rossi Rina  
1970 Barbero Pietro Maccario Francesca  
1971 Ravotti Beniamino Amalberti Vannina  
1972 Amalberti Giovanni Battista Anfosso Rosa Pisano Luigi
1973 Taggiasco Domenico Amalberti Luisetta Amalberti Remigio
1974 Amalberti Franco Conte Gina  
1975 Anfosso Piero Allavena Maria Rossi Luigi
1976 Torre Dario Maccario Maria Valfiorito Arnaldo
1977 Anghinoni Ettore Maccario Irma Guglielmi Renzo
1978 Anfosso Lucio Soldano Carla Biancheri Elvio
1979 Bonanni Renzo Maccario Mirella Biancheri Elvio
1980 Guglielmi Claudio Maccario Giulietta Maccario Tarcisio
1981 Guglielmi Albino Amalberti Elsa Biamonti Valter
1982 Guglielmi Renzo Amalberti Anna Biancheri Aldo
1983 Scarafia Battista Anfosso Avestella Ughetto Giovanni
1984 Anfosso Eleno Borgogno Adriana Taggiasco Domenico
1985 Amalberti Franco Amalberti Silvana Maccario Adelmo
1986 Beraudo Emidio Amalberti Liana Amalberti Adolfo
1987 Anfosso Ezio Nari Paola Viale Luciano
1988 Amalberti Remigio Cassini Primola Biancheri Elvio
1989 Viale Amelio Anfosso Angela Maccario Osvaldo
1990 Biancheri Aldo Barresi Domenica Bazzani Ernesto
1991 Del Prà Giovanni Viale Isia Guglielmi Claudio
1992 D'Ignazio Emidio Amalberti Adriana Guglielmi Claudio
1993 Ughetto Giovanni Guglielmi Carla Anfosso Marino
1994 Maccario Mauro Conte Lia Torre Bruno
1995 Anfosso Giuseppe Conte Vanda Amalberti Luca
1996 Taggiasco Ivano Maccario Maria Luisa Albini Aldo
1997 Maccario Desio Giraldi Isabella Mantia Tonino
1998 Maccario Osvaldo Damele Maria Rosa Cassini Alberto
1999 Bazzani Ernesto Amalberti Agnese Guglielmi Gian Mario
2000 Biancheri Elvio Audino Tina Anfosso Gian Piero
2001 Maccario Tarcisio Balbo Mariuccia Anfosso Maurizio
(di Aurora)
2002 Conte Fulvio Nari Piera Anfosso Maurizio
(di Piero)
2003 Maccario Elio Rovere Ileana Viale Maurizio
2004 Anfosso Marino Anfosso Teresa Scarcella Massimo
2005 Anghinoni Luca Truzzi Patrizia Pisano Gianni
2006 Dal Prà Massimo Anfosso Giovanna Taggiasco Leonardo
2007 Anfosso Gian Piero Garriga Maria Pia Rossi Giorgio
2008 Valente Nino Croesi Ennia Amalberti Luigi (Gino)
2009 Albini Aldo Amalberti Marilena Biamonti Carlo
2010 Guglielmi Giovanni (Gianni de Elmo) Conte Maria Assunta Conte Floriano sost.
con
Basta Salvatore
2011 Taggiasco Leonardo Ughetto Simona
in Croesi
Basta Salvatore
2012 Amalberti Ivano
(de Gasiè)
Rizzo Tiziana
in Dal Prà
Cicerone Salvatore
2013 Soldano Ugo
Cognetti Maria in Guglielmi Sappracone Ercole
2014 Rossi Giorgio Viola Elena Privitera Luigi